Durante questa estate il clima non è certo mite, e non stiamo parlando della sola temperatura climatica. Assistiamo quotidianamente ad eventi che manifestano un’umanità ferita: sbarchi di poveri clandestini e illegalità, violenze e corruzioni, difficoltà d’incontro tra culture e tensioni religiose, desideri frustrati di un futuro sereno e carenza di lavoro, famiglie in difficoltà e insoddisfazioni nelle relazioni, insufficienze economiche nel piccolo delle case e dei paesi, crisi finanziarie internazionali, e ancora mancanza di sicurezza, libertà...
Bandiamo subito le troppe proposte ideologiche e demagogiche: lasciamole alle spalle, tra poco passeranno. Passiamo, invece, ai fatti, o meglio alla prima delle azioni: il dialogo.
Dialogo con me stesso: ascoltarmi, fermarmi, dedicarmi del tempo per sentire e capire che tipo di uomo o donna voglio essere, che umanità desidero diventare ed esprimere.
Questo significa risvegliare la mia natura per sentire chi voglio essere.
Le nostre azioni ci modificano e le intenzioni vanno in secondo piano, ovvero sono meno forti delle azioni: se ho un’intenzione buona ma agisco male, quella che inciderà sulla mia persona sarà sempre l’azione. L’azione è formativa, anzi performativa: determina la mia struttura umana.
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Dal 6 all’11 luglio noi ragazzi dalla 3° media alla 3° superiore abbiamo partecipato a un camposcuola ad Assisi. Ogni giorno abbiamo conosciuto e vissuto nei luoghi in cui San Francesco ha trascorso i momenti più significativi della sua vita, e conoscendo lui e le sue opere abbiamo capito e scoperto qualcosa di più su noi stessi.
Ci siamo divertiti a creare il nostro SAIO (l’umile veste indossata da Francesco), che doveva rappresentare al meglio la nostra personalità. Inoltre abbiamo intervistato turisti e residenti per acquisire più informazioni possibili su Francesco e unendole abbiamo creato un grande tau, simbolo identificativo del Santo.
Il nostro percorso è proseguito con la visita alla Rocca Maggiore, al Duomo di San Rufino e al monastero di San Damiano: tre luoghi importanti per le scelte che cambiarono la vita di San Francesco.
E noi stessi ci siamo confrontati sulle scelte che stiamo facendo e che faremo nella vita di tutti i giorni. Durante la strada del ritorno abbiamo costruito i sandali che rappresentano le scelte prese, la strada, il cammino fatto e quello da fare.
Visitando la Basilica di San Francesco, dove è sepolto, e quella di Santa Chiara, che sono i monumenti che più rappresentano la vita del santo, ciascuno di noi ragazzi si è soffermato sugli affreschi dipinti da Giotto, che meglio raccontavano le opere del santo. Attraverso un semplice gesto, come colorare i mattoncini di uno schizzo della facciata della basilica di Santa Chiara, abbiamo visto come usiamo il nostro tempo nell’arco di una giornata. Il risultato è che noi ragazzi dedichiamo più tempo a noi stessi piuttosto che agli altri (famiglia, amici, volontariato…).
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