Cenere. Torneremo cenere molto presto: biologicamente, geologicamente, astronomicamente. Torneremo cenere! Alcune tradizioni orientali ricordano ciò con la dispersione della cenere del corpo nell’aria e nei fiumi. Cenere, pulviscolo, frammenti: tutto ciò rammenta il divenire, il fluttuare dell’esistenza e i suoi limiti.
Il cammino che inizia quest’oggi porterà, però, alla vittoria sulla morte, cioè alla vita e alla luce!
Iniziamo con la cenere per ricordarci che così siamo: fragili. Termineremo con la luce della vita eterna.
Non diventeremo eterni se non passeremo per le nostre ceneri, se non accetteremo con fiducia i nostri limiti, il bene e il male, la realtà varia e ambivalente della vita, il bisogno di essere salvati da Dio. Si tratta di un viaggio dalla cenere alla polvere luminosa dell’eternità.
In questi quaranta giorni siamo chiamati a convertirci tutti: a fare un viaggio dalla cenere alla luce, dal male al bene, a migliorarci e a purificarci. Per fare ciò servono la forza del guerriero e la delicatezza del fiore. La forza del guerriero per affrontare i nostri mali e per cercare di cambiare il nostro io, per togliere i capricci; la delicatezza del fiore, la bellezza dell’amore di una vita che dentro di noi desidera sempre la primavera, per sbocciare: amare è bello, fare il bene è bello, dà soddisfazione anche quando costa sacrificio.
La Chiesa per fare questo viaggio con il guerriero e il fiore, offre alcuni strumenti: la confessione e la misericordia, la preghiera, le opere di carità, l’ascolto della Parola di Dio, qualche sacrifico per togliere il superfluo e alleggerirci. Partiamo oggi come cenere, non abbiamo paura di lottare e di sbocciare per arrivare a Pasqua come polvere di eternità.
Anche quest’anno è arrivato il Natale e il dolce tempo d’attesa, l’Avvento, accompagnato da luci, colori, addobbi, canti… E anche quest’anno, per i ragazzi della CdR, è stato pensato un piccolo modo per partecipare attivamente ad ogni domenica; come? Costruendo un presepio personalizzato e del tutto originale!
Don Lorenzo aveva già anticipato che per la realizzazione era richiesto di metterci fantasia e di collaborare in famiglia, e in effetti non è stato per nulla facile aiutare il nostro ragazzo in tale opera. È certo che qui in famiglia siamo tornati bambini anche noi adulti con colla, forbici, colori, per seguire le idee sfrenate di nostro figlio incentivate dalle mitiche parole del don: «Personalizzate a piacere» e «Concorso presepi».
A partire dalla prima domenica, quindi, eccoci uscire con il nostro prezioso sacchet-tino di materiale. Anche se in chiesa veniva spiegato come fare attraverso una versione “60 pollici” del presepe, a casa era tutta un’altra storia.
La mamma ha preparato lo sfondo con le tempere (nonostante si sia rovesciato sopra la tavoletta anche il bicchiere con l’acqua e il pennello) come da indicazioni del figlio: il cielo doveva essere chiaro, ma si doveva scurire perché le stelle dovevano brillare, doveva starci anche la stella cometa, ma giusto sopra la chiesa! Eh sì, perché le case rappresentate non erano edifici qualsiasi, ma la sala polivalente, il patronato, l’asilo… Insomma, la tavoletta non bastava per far entrare tutto!
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