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Un Missionario in casa... racconto a tre voci

missiocasaRossella
Abbiamo avuto la fortuna di ospitare per una settimana Marco, missionario della comunità di Villaregia. Giovanni, mio figlio più piccolo, dice che Marco è magico, perché è bravo a fare trucchi di illusionismo. Abbiamo capito subito che era una perla preziosa, un occhio sul Mozambico e con un tam tam di tamburi abbiamo cercato di coinvolgere un po’ di famiglie la domenica stessa in cui è arrivato. Chi ha potuto è arrivato, abbiamo ascoltato i suoi racconti, avidi di condividere questa esperienza così forte, e abbiamo anche imparato una canzone africana.
Pur nella corsa costante delle nostre vite, sempre presi dal lavoro, abbiamo potuto gioire di calde serate di ascolto, di parole di pace, di una gioia serena, che ci ha contagiato. Marco vive nello spirito di gratitudine perpetua che il povero popolo del Mozambico gli ha insegnato. Ringraziano quando si alzano al mattino, ringraziano quando si incontrano per la gioia di godere di quello che si ha. Non si lamentano costantemente per il fatto che c’è una corruzione da paura, uno sfruttamento delle loro ricchezze, non c’è l’acqua in casa e le cure mediche fanno schifo.

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Racconti della nostra Missione

raccmissioneFinalmente! Finalmente ho capito! Quando mi dicevano “missione parrocchiale” mi chiedevo: «Ma cosa sarà mai questa missione?». Di solito per missione si intende il diffondere la Parola in luoghi dove ancora non la conoscono, e non è sicuramente il caso dell’Italia, che da molti secoli è stata evangelizzata. Non avevo capito niente.

In questo periodo di Quaresima abbiamo avuto la fortuna di sperimentare la missione nelle nostre parrocchie e nelle nostre case, abbiamo ricevuto dai missionari di Villaregia il loro tempo con gioia e determinazione, malgrado il freddo e la neve, contenti di fermarsi nelle nostre case, di benedirci, di spendere qualche parola con noi…

Io e la mia famiglia abbiamo ospitato un sacerdote che è stato dieci anni in Perù. Naturalmente prima che arrivasse avevo un po’ di ansia, non sapendo chi avrei dovuto ospitare: pensavo a come fare affinché la sua permanenza in casa nostra fosse piacevole e comoda per le sue esigenze. Tutto ciò è stato spazzato via subito dal primo momento: abbiamo trovato una persona semplice che non ha avuto nessun tipo di problema a stare con noi, anzi sembrava uno di casa, direi quasi un nostro familiare. Abbiamo condiviso le nostre cene parlando delle sue visite alle case, ed era quasi come se anche noi avessimo passato la giornata con lui suonando i campanelli e pregando assieme alle persone che aveva incontrato.

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Vivere e Morire con Umanità e Solidarietà

umasoliPapa Francesco ha inviato, lo scorso novembre, un messaggio all’Associazione Medica Mondiale di cui fanno parte medici di varie estrazioni sia culturali che religiose. Il testo, che tocca i temi del fine vita, ha suscitato interpretazioni differenti e talora divergenti.

Il pontefice, che ha confermato il «no» all’eutanasia e all’accanimento terapeutico, ha però presentato con nuovi accenti la sospensione doverosa delle cure sproporzionate e la centralità del giudizio della persona malata. Contro ogni forma di abbandono ha insistito sulla «prossimità responsabile» e sulle cure palliative.

In questo contesto il Papa ha messo in evidenza come le trasformazioni della società incidano sui modi in cui oggi si muore. La medicina rende certamente un enorme servizio, ma la persona non si cura e non si ama solo con la tecnica. Avviene spesso che le patologie non vengano sconfitte ma arginate, pertanto si allunga, assieme alla vita, anche il tempo della malattia e della sofferenza. La riflessione si snoda «sull’appropriatezza clinica» e la «proporzionalità delle terapie»: non c’è sempre l’obbligo morale di utilizzare tutti i mezzi terapeutici potenzialmente disponibili, in casi ben determinati è bene astenersi. I medici dispongono delle competenze per valutare queste situazioni.

Altro aspetto è la «centralità della persona malata»: occorre rendersi conto delle sue forze fisiche e morali, e l’unico modo per acquisire questi elementi è la consultazione e l’ascolto della persona stessa. Per giudicare la proporzionalità delle cure occorre, quindi, integrare due ordini di fattori: le competenze dei medici e la situazione della persona malata.

In conclusione il papa segnala il pericolo «dell’ineguaglianza terapeutica» come ingiustizia di cui le decisioni di fine vita devono terne conto e della necessità di soluzioni condivise, anche normative, nella società democratica.
Per l’uomo è sempre importate avere dei criteri per poter scegliere, per questo le nostre comunità propongono, all’interno della missione, un percorso sui temi di inizio e fine vita presso l’OIC di Mandria. Saranno occasioni per riflettere e anche per liberarci da gabbie culturali o da sensi di responsabilità eccessiva.

INCONTRI DI BIOETICA E GIORNATA DEL MALATO

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Prima e Dopo

visitafamiglie2018All’inizio molte erano le perplessità: «Perché, don Lorenzo, dobbiamo andare a suonare i campanelli?», «Non siamo preparati, cosa accadrà?».

Ora si vedono volti sorridenti, si avvertono persone felici per aver portato la pace, per aver incontrato vicini di quartiere, per aver respirato la vita e la fede nelle case e nelle cose quotidiane.

Stiamo parlando di persone nomali delle nostre parrocchie che in questi giorni, assieme ai missionari di Villaregia e ai sacerdoti hanno varcato tante porte delle nostre abitazioni. Le abbiamo viste girare con la sciarpa rossa, pregare di casa in casa, benedire e portare la pace del Signore, ascoltare e imparare da chi apriva loro la porta.

Quanto bene “nascosto”, quanta solidarietà semplice. Ne esce il volto di una Chiesa e di parrocchie che sembrano arrancare sotto il peso della secolarizzazione e invece riescono a re-inventarsi facendosi prossime e uscendo dagli ambienti propri: una Chiesa vicina a tutti perché va incontro a tutti.

Un grazie e una lode al Signore per il bene ricevuto e condiviso, ai laici che hanno colto la sfida ricevendo il “centuplo del vangelo”. Certamente un grande grazie va ai missionari di Villaregia che ci hanno iniziati a questa esperienza e con noi hanno condiviso momenti forti.

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Seguiamo la Stella: Dove Andiamo ?

stellacometaUna stella ha guidato i Magi fino a Betlemme perché là scoprissero «il re dei Giudei che è nato» e lo adorassero. Matteo aggiunge nel suo Vangelo: «Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono».

Il viaggio dall’Oriente, la ricerca, la stella apparsa ai Magi, la vista del Salvatore e la sua adorazione costituiscono come delle tappe che ciascuno di noi è invitato a percorrere per trovare Gesù.

La luce è il suo richiamo: dove vediamo una luce? Quali persone ed esperienze ce la fanno percepire?

La luce vera, quella della gioia, non quella della superficiale allegrezza. La luce delle cose autentiche.

Alcune tappe siamo invitati a percorrerle anche come comunità cristiana.

  • Il Concorso logo della missione che si conclude in questo periodo. Sembra un gioco, ma in realtà è un modo che i ragazzi e le famiglie hanno per meditare insieme il Vangelo e il senso della missione.
  • La missione, ormai alle porte, che avrà un’ultima mezza giornata di formazione nel pomeriggio di do-menica 21 gennaio a Voltabrusegana: tutti sono invitati a prendere parte a questa esperienza di aper-tura e di condivisione.
  • Il rinnovo dei Consigli Pastorali e dei Consigli per la Gestione Economica, che prenderà avvio in que-sto periodo e avrà il suo culmine con l’elezione domenica 8 aprile.
    Alcune riflessioni in merito: «Il Consiglio Pastorale Parrocchiale promuove, sostiene, coordina e verifica tutta l’attività pastorale della parrocchia, al fine di suscitare la partecipazione attiva delle varie componenti di essa nell’unica missione della Chiesa: evangelizzare, santificare e servire l’uomo nella carità» (Statuto, art. 2).
    Il CPP dunque non è primariamente un organismo di formazione, di spiritualità o di studio, ma il luogo in cui si tracciano e poi si coordinano e si verificano le linee guida di tutta la vita della comunità parrocchiale in comunione con le altre comunità del vicariato e della Diocesi.

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Don Lorenzo Voltolin
Tel. 049.685508
Cell. 340.7223749  -  339.6007243
E-mail:voltabrusegana@diocesipadova.it

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Festive
Sabato ore 18.30 (a Mandria) 
Domenica ore 8.30 e
11.00
Domenica ore 8.00 e 10.00 (a Mandria), 10.30 e 17.00 (all'OIC) 

Feriali
Lunedì e venerdì ore 18.30
Martedì, mercoledì e giovedì ore 18.30 (a Mandria)

Rosario
Lunedì e venerdì ore 18.00 in chiesa
Martedì, mercoledì, giovedì e sabato 18.00 (chiesa di Mandria)

Lodi mattutine
Lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 8.00 (a Mandria)

Adorazione eucaristica continua
Venerdì dalle ore 16.00 alle ore 24.00 (Chiesa Mater Dei - O.I.C.)

 

Per inviare i vostri articoli, i vostri filmati, le vostre riflessioni, segnalare eventuali problemi o appuntamenti e programmazioni varie relative alle attività dei vari gruppi parrocchiali potete utilizzare il seguente indirizzo e-mail:

redazione@voltabrusegana.it

A seconda del materiale proposto e degli spazi disponibili, i contenuti saranno pubblicati, oltre che nel sito, anche nel bollettino parrocchiale settimanale.

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