Se Anche Dio se Ne Va
Se anche Dio se ne va, dobbiamo arrangiarci. Questo è il compito e la responsabilità grande che Gesù lascia alla sua Chiesa, che siamo noi, e che dalla sua nascita sempre cerca di svolgere. La responsabilità è dono di fiducia ed essa non va confusa, anzi va vigilata, con l’autosufficienza.
In questi ultimi anni la Chiesa sta battendo in ritirata. Non sempre compresa e accolta, timorosa di sé e per tanti motivi, è uscita dalla scena pubblica relegandosi in sacrestia; ha una certa difficoltà a dichiararsi nella scena sociale (se non per opere sociali) ed è sommessa sulla scena politica. Affermare certe idee cristiane oggi non è sempre facile, affermarne altre invece permette di acquistare consensi e popolarità. Però il vangelo è uno, la persona di Gesù Cristo è una, e questo quantomeno dovrebbe essere problematizzato. Rimane sempre conveniente attestarsi sulla democrazia e sul dialogo, che in realtà si nutrono dell’esperienza pluralista, ma dire la differenza cristiana è sempre fastidioso e qualcuno potrebbe etichettarmi. Ah, non me ne si voglia, ma fa proprio per noi affinché non ce ne tiriamo fuori, per aiutarci a capire di che dialogo e di che democrazia parliamo, perché anche la condanna di Gesù è stata frutto di un quasi unanime consenso. La Chiesa sta battendo in ritirata anche nella vita pastorale parrocchiale. Piace molto papa Francesco quando parla di una Chiesa aperta in uscita, ma com’è difficile andare oltre i nostri luoghi fisici, oltre i nostri incontri, oltre la cerchia stretta della comunità. Eppure Gesù manda i suoi in tutto il mondo, a tutti.