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La Fede Messa alla Prova

fedeprovaIl vangelo di questa domenica racconta di Gesù che viene messo alla prova: vogliono vedere se è veritiero cercando di incastralo.

Penso che ci incastriamo da soli quando siamo ambigui con noi stessi, con la fede, quando ci raccontiamo delle mezze verità, ci giustifichiamo...; quando non riusciamo o non vogliamo credere in Dio, quando non scorgiamo in Gesù la possibilità di una vita diversa, nuova, e così viviamo come tutti gli altri, come se Dio non ci fosse, come se lui non potesse, come se il male fosse l’unica possibilità.

Gesù ha illuminato il mistero del male e del fallimento, lo ha illuminato con la sua vita piena di luce, con il suo comportamento. Ad esempio ci autorizza a sentirci addolorati quando una persona cara se ne va: lui si turbò «profondamente» davanti alla tomba dell’amico Lazzaro, e «scoppiò in pianto» (cf. Gv 11,35).
In queste situazioni Gesù prega il Padre, sorgente della vita, ordina a Lazzaro di uscire dal sepolcro. E così avviene.

La speranza cristiana attinge da questo atteggiamento che Gesù assume contro il male umano: se il male è inevitabile per la vita di tutti gli uomini, esso è, però, uno sfregio che deturpa il disegno di amore di Dio, e il Salvatore vuole guarircene. Altrove i vangeli raccontano di un padre che ha la figlia molto malata, e si rivolge con fede a Gesù perché la salvi (cf. Mc 5,21-24.35-43).

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Oggi, Chi si Sposa ?

chisisposa“Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari…” (Mt 22,4)

A volte è vero, arrivano cose nella tua vita ma non sei pronto a coglierle: sono troppo grandi per te, oppure sei tu ancora troppo piccolo per loro; e così si mancano occasioni, si perdono inviti o, peggio ancora, si rovinano esperienze che potevano essere belle.

Capita anche con il Signore: abbiamo ricevuto tanti inviti, ma siamo pronti? Cioè, rispondiamo noi per primi? E ancora: riusciranno oggi le nostre parrocchie a presentare Dio agli uomini del nostro tempo, della nostra società, del nostro quartiere? La missione parrocchiale che vivremo durante la prossima Quaresima ci invita a pensare concretamente a come far sedere alla tavola di questo “banchetto di grasse vivande, di cibi succulenti, di vini raffinati” (cf Mt 22,3) un’umanità apparentemente senza appetito. Eppure questo è il compito appassionante della Chiesa: esiste per far sì che gli uomini incontrino Dio.

Questo non spetta solo ai sacerdoti e ai religiosi, ma è un impegno e un dono per tutti i battezzati. Sembra che annunciare l’invito con nuovo ardore, con nuovi metodi, con una nuova espressione, non sia un mezzo superato. Alcuni tra coloro che trasmettono questo invito alle nozze saranno forse maltrattati; ci saranno certamente quelli che lo rifiuteranno. Poco importa: c’è gente agli angoli delle strade. Basta annunciare con convinzione che noi andiamo a un banchetto, che l’invito di Cristo è arrivato fino a noi e che noi conosciamo le portate.

Lo annunciamo così? Siamo convincenti perché abbiamo già partecipato a questo banchetto? È molto avvilente ascoltare persone che ripetono quello che dicono gli altri senza dare prova di alcuna esperienza.

Dono Per

donoper«Se un mio fratello commette una colpa contro di me, quante volte dovrò perdonarlo? Fino a settata volte sette», (cf. Mt 18, 21-22).

Incredibile e impossibile: eppure, se nella vita non ci si perdona, la vita stessa diventa un inferno («L’inferno sono gli altri», cit. J.P. Sartre). Se non si fa il primo passo e se non si coglie il gesto di chi lo sta facendo, rimane l’ingiustizia, il male cresce e si sta male, perché il male fa male. Viceversa aprendoci al dialogo, cercandolo, muovendo il primo passo, nell’incontro tutto si scioglie, il male piano piano si spegne per lasciare spazio alla pace nel cuore, alla serenità nelle relazioni: «beati gli operatori di pace» (cf. Mt 5,4).

Il «fratello» di cui parla il vangelo è il cristiano della tua comunità. I cristiani tra loro dovrebbero chiamarsi “fratelli” perché realmente lo sono: tra noi vi è lo Spirito Santo, lo Spirito di Cristo e, nonostante le diversità, è sempre molto più ciò che ci unisce di ciò che ci divide. Tutte le volte che ho avuto il coraggio di credere ciò, e di fare il primo passo, ho sperimentato quanto vero sia questo vangelo e quanto bene faccia: sta male chi tiene rancore nel cuore.

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Le Scatole e il Tutto

scatoleGli operai della vigna, tutti, hanno le loro scatole chiuse, sicure: arrivano a un’ora, presto o tardi, e hanno diritto alla loro paga. Essi vedono una parte della realtà: le loro ore di lavoro, tante o poche. Vivere a compartimenti stagni.

Oggi si iniziano molte esperienze e con la facilità con cui si è un’iniziata una cosa anche la si finisce. Si apre una scatola, si guarda dentro, si vive, «è stato bello» e si chiude. Iperstimolati si prende un’altra scatola, non importa se magari meno bella della precedente, si vive, si può pure dire che è stata meno bella, ma non importa: è stata un’esperienza; perché finisce non conta, essa si accumula alle altre, in realtà si accosta alle altre. Si apre e si chiude, senza chiedersi troppi perché: è stato bello, è stato meno bello, è stato bello finché è durato. Una scatola si apre e si chiude. Perché? Non si sa, nessuno se lo chiede? Perché ho scelto di aprire e chiudere questa scatola, oppure perché non ho scelto? Noi però non siamo scatole!

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Vi Guiderà alla Verità

guideraveritaLa Pentecoste è il dono dello spirito che, come promette Gesù, porterà alla verità tutta intera (cf. Gv 16) e farà conoscere ogni cosa (cf. Gv 14)

Il termine post-truth, post-verità, è appena nato e l’Oxford English Dictionary lo ha subito consacrato “parola dell’anno 2016”, precisandone il significato: «I fatti oggettivi sono meno influenti, nel formare la pubblica opinione, degli appelli a emozioni e delle credenze personali». È il tempo in cui l’informazione, simile all’asta di un pendolo, oscilla tra il “prima” e il “dopo” la verità (dei fatti), senza più volerla riconoscere. La cura per la ricostruzione dei fatti, la loro aderenza alla realtà e il rigore del controllo delle fonti cedono il passo alla cultura della post-verità. Questa cresce grazie ad azioni precise: fomentare la violenza (hate speech), ridicolizzare le voci delle istituzioni, toccare le emozioni e le credenze (più irrazionali) delle persone, insinuare sospetto sui fatti, inventare bufale (fake news). Il terreno fertile nel quale la post-verità fiorisce è quello della comunicazione in cui si forma il consenso, si alimentano le paure e si consolidano le identità. Ma tutto lontano dai fatti: contano, invece, le emozioni e le credenze.

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Don Lorenzo Voltolin
Tel. 049.685508
Cell. 340.7223749  -  339.6007243
E-mail:voltabrusegana@diocesipadova.it

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Festive
Sabato ore 18.30 (a Mandria) 
Domenica ore 8.30 e
11.00
Domenica ore 8.00 e 10.00 (a Mandria), 10.30 e 17.00 (all'OIC) 

Feriali
Lunedì e venerdì ore 18.30
Martedì, mercoledì e giovedì ore 18.30 (a Mandria)

Rosario
Lunedì e venerdì ore 18.00 in chiesa
Martedì, mercoledì, giovedì e sabato 18.00 (chiesa di Mandria)

Lodi mattutine
Lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 8.00 (a Mandria)

Adorazione eucaristica continua
Venerdì dalle ore 16.00 alle ore 24.00 (Chiesa Mater Dei - O.I.C.)

 

Per inviare i vostri articoli, i vostri filmati, le vostre riflessioni, segnalare eventuali problemi o appuntamenti e programmazioni varie relative alle attività dei vari gruppi parrocchiali potete utilizzare il seguente indirizzo e-mail:

redazione@voltabrusegana.it

A seconda del materiale proposto e degli spazi disponibili, i contenuti saranno pubblicati, oltre che nel sito, anche nel bollettino parrocchiale settimanale.

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