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Dio chiama anche così

diochiamacosiAlcuni metalli più sono messi alla prova, più si rafforzano. Questo fenomeno chimico si chiama resilienza. Essa è divenuta il simbolo di come le crisi possono diventare strade nuove, sfide, e trasformarsi in occasioni di maturazione. In un tempo di cambiamenti nel quale abitiamo poche certezze, penso che questo sia un saggio metodo per affrontare la vita; inoltre credo che l’esperienza della resilienza sia anche il linguaggio che Dio sceglie per parlare ai giovani di oggi, per parlare di sé e di loro, di quello che lui sogna per ciascuno.

Per chi crede nella risurrezione non dovrebbero esserci dubbi: è certo che Dio farà sperimentare la strada della resilienza. Se viviamo davvero protesi verso un compimento futuro del bene, gli ostacoli che incontriamo nella salita possono diventare punti di appoggio per arrampicarsi meglio. La paura e lo smarrimento danno l’impressione superficiale di essere travolti come da uno tsunami; una lettura più attenta della vita come l’ha vissuta Gesù rimanda, invece, al Libro dell’Apocalisse, al presentarsi di una nuova opportunità, di nuove prospettive cariche di futuro e di speranza.

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Perché essere sacerdote?

scerdotepercheIl mese di settembre tradizionalmente viene dedicato al seminario, e in questo tempo si sollecitano la riflessione e la preghiera per i sacerdoti e per i giovani che avvertono la vocazione sacerdotale.

Avvertire questa chiamata è, né più né meno, come innamorarsi: si sente un desiderio forte di donare la vita, d’incontrarsi con Dio, di dirgli grazie non solo con le parole ma con il dono di se stessi.

Perché si dice grazie in questo modo? Perché una persona può sentire questa forza? Perché Gesù è morto e risorto per me donandomi la salvezza e la liberazione dal male, la gioia della vita vera. Per questo si sceglie di seguirlo nel suo stile di vita apostolico, ovvero di portare agli uomini quello che Gesù ha donato.

Il sacerdote, quindi, è chiamato per la forza dello Spirito Santo a continuare la presenza e la missione di Gesù, unico pastore, ad essere dispensatore per tutta la comunità del corpo e del sangue del Signore e annunciatore della sua Parola di salvezza. Può esserci una comunità senza la presenza di un sacerdote? Non credo, così come non ha senso un sacerdote senza la comunità.

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Il tutto in un frammento

tuttoframmentoQualcosa ci supera, è dentro di noi eppure ci trascende.

In un uomo finito, com’è ciascuno di noi, è presente un desiderio di amore infinito quasi insaziabile. Ciascuno di noi si percepisce come un essere finito e talvolta limitato, eppure dentro di noi c’è un sogno infinto, un desiderio di amore che non si può misurare.

Nel piccolo particolare della nostra vita vive l’infinito e il tutto. Questa esperienza è una traccia di Dio in noi: siamo finiti e piccoli, eppure un segno di eternità è presente e vivente in noi. L’uomo supera l’uomo: questa presenza di Dio in noi è il motore della fede, della speranza e dell’amore. La fede è vedere la realtà come la vede Dio, e ciò offre nuovi criteri di giudizio, ovvero l’aperura della mente umana allo splendore di Dio. La speranza è il desiderio forte, il sogno reale, di vivere il bene che sentiamo, di riceverlo e di saperlo donare. La carità è la volontà e la scelta di amare, di donarsi ai fratelli e di usare del tempo di questa vita come un dono fatto agli altri.

Gesù è davvero il maestro, egli infatti con il suo modo di essere e il suo stile risveglia in noi tutti questi sogni, ridesta in noi il desiderio di infinito, fa percepire concretamente quanto bene sogna Dio per noi. Gesù diviene l’esempio, il modello che noi dobbiamo seguire se vogliamo davvero una vita felice. In effetti quando seguiamo l’esempio di Gesù sentiamo che siamo felici anche quando amare può costare fatica e talvolta sacrificio, non ci sentiamo snaturati, avvertiamo che diventiamo noi stessi, stiamo percorrendo la via che fa percepire il senso della vita e permette di scoprire il motivo per cui siamo nati. La coscienza sente questa sintonia, quest’armonia con il desiderio d’infinito, ma percepisce anche la disarmonia, la dissonanza, la frattura quando poniamo gesti o parole che non corrispondono al sogno di amore infinto.

Se ci ascoltiamo bene e se non ci inganniamo, confrontandoci con Gesù è abbastanza facile capire quello che Dio suggerisce, dove spinge il desiderio di infinito che egli ha posto in noi.

Il fragile terremoto

fragileterremotoIl terremoto, come qualsiasi altro evento naturale potente e drammatico, repentino e violento, porta a riflettere sulla fragilità dell’uomo: «L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura, ma è una canna pensante. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo: un vapore, una goccia d’acqua è sufficiente per ucciderlo.

Ma quando l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe anche allora più nobile di ciò che lo uccide, perché egli sa di morire e il vantaggio che l’universo ha su di lui. L’universo non ne sa nulla» (Blaise Pascal).

Secondo il pensiero moderno e gli slogan contemporanei, la fragilità si presenta come esperienza inutile e antiquata, immatura e malata, estranea allo spirito del tempo moderno fondato piuttosto sull’efficienza, sulla produttività e sull’apparenza. Meglio nasconderla, la fragilità, magari con la prepotenza e la violenza, con quell’atteggiamento un po’ da sbruffoni. Eppure tutti noi avvertiamo questo sentimento (non si tratta di una semplice emozione), anzi quanto più si tenta di negarlo tanto maggiore è il suo silenzioso e profondo richiamo.

Nascosti nella fragilità, che non va confusa con una forma di debolezza, si adombrano valori di sensibilità e di delicatezza, di gentilezza e di dignità, di comunione con il destino di sofferenza di chi sta male. Anche un’attenta psicologia, quando sia psicologia umana e gentile, psicologia dell’interiorità, non può considerare la fragilità come sintomo di un disturbo, ma come una forma di vita donatrice di senso.

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Sempre d'estate

guaritoriferitiI fatti importanti, quelli che pian piano producono conseguenze capaci di cambiare la storia, accadono sempre d’estate. È un modo di dire, certo, un modo per dire una verità: gli avvenimenti di un certo peso sembrano slittare sotto i nostri piedi senza che quasi ce ne rendiamo conto, fatto salvo vederne poi le conseguenze dopo un po’ di tempo e chiedersi quasi sbalorditi “come mai?”, “cos’è successo?”
 
Metto insieme un’“acozzaglia” di eventi di cui ora non cogliamo l’organizzazione unitaria, ma che, forse, scorgeremo tra un po’ di tempo.
 
Da più parti si sente dire che siamo in guerra; in effetti si avverte paura e non solo.
 
Numerose persone hanno perso la vita, ogni dove possiamo vedere forze armate e controlli intensificati, alcune mete e luoghi sono sconsigliati, ad ogni grande evento si teme qualcosa di drammatico. A questo si aggiunge la possibilità non rara che qualche fanatico o qualche persona affetta da difficoltà cognitive o affettive accolga l’appello alla violenza sollevato da qualche leader fondamentalista.
 
Ogni giorno assistiamo allo sbarco di persone che giungono sulle nostre coste in cerca di vita. Per loro è proprio una questione di sopravvivere o morire: a casa loro si muore di morte certa, tanto vale rischiare per cercare di avere una possibilità di esistere almeno qui. Di fatto i colori della nostra Europa sono cambiati e anche i toni dei nostri politici sono eterogenei riguardo questi eventi.

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Leggi o Scarica L'ARCA di questa settimana, il nuovo bollettino parrocchiale delle comunità di Voltabrusegana - Mandria, e VOLTABOOK il notiziario periodico sull'attivita dei vari gruppi parrocchiali di Voltabrusegana.


DonLorenzo

Don Lorenzo Voltolin
Tel. 049.685508
Cell. 340.7223749  -  339.6007243
E-mail:voltabrusegana@diocesipadova.it

panevino

Festive
Sabato ore 18.30 (a Mandria) 
Domenica ore 8.30 e
11.00
Domenica ore 8.00 e 10.00 (a Mandria), 10.30 e 17.00 (all'OIC) 

Feriali
Lunedì e venerdì ore 18.30
Martedì, mercoledì e giovedì ore 18.30 (a Mandria)

Rosario
Lunedì e venerdì ore 18.00 in chiesa
Martedì, mercoledì, giovedì e sabato 18.00 (chiesa di Mandria)

Lodi mattutine
Lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 8.00 (a Mandria)

Adorazione eucaristica continua
Venerdì dalle ore 16.00 alle ore 24.00 (Chiesa Mater Dei - O.I.C.)

 

Per inviare i vostri articoli, i vostri filmati, le vostre riflessioni, segnalare eventuali problemi o appuntamenti e programmazioni varie relative alle attività dei vari gruppi parrocchiali potete utilizzare il seguente indirizzo e-mail:

redazione@voltabrusegana.it

A seconda del materiale proposto e degli spazi disponibili, i contenuti saranno pubblicati, oltre che nel sito, anche nel bollettino parrocchiale settimanale.

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