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Lo farei, se potessi

sanmartcarrDal desiderio all’azione: è proprio qui che proprio noi cristiani rimaniamo incagliati, possiamo dire “fregati”. «Io lo farei, se potessi»: qui si blocca il passaggio dal desiderio all’azione, da ciò che “sento nel cuore” come buono e autentico a ciò che agisco. Non è un discorso di ordine morale, anche se può far male, ma è un discorso esistenziale, cioè pertinente alla vita. È come aver studiato fino alla quinta superiore e poi non dare gli esami di maturità.

Nella vita è normale incontrare degli ostacoli — ostacoli al cambiamento, al costruire qualcosa di buono, alla realizzazione di un progetto — e tutti noi ne affrontiamo quotidianamente; il modo per chiudere gli occhi e non iniziare nemmeno a prenderli in considerazione è condensato in quell’espressione: «Se potessi, lo farei». Anche alcuni colori della saggezza popolare in passato tornavano su questi tasti: «L’inferno è lastricato di buone intenzioni». Accantonata la loro lapidarietà, tali vetuste espressioni dovrebbero aiutare a riflettere. Anche Gesù ritorna su questo tema: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli » (Mt 7,21).

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Che strana beatitudine!

beatiIn questi giorni sentiremo Gesù venirci incontro con delle parole strane, troppe volte sentite e poche ascoltate. Perché ci arrivano queste parole proprio nella ricorrenza dei santi e nella commemorazione dei defunti, amici del cielo ai quali spesso chiediamo di illuminare la nostra vita qui sulla terra?

«Beati i poveri in spirito»: l’espressione indica coloro che scelgono volutamente la povertà, non i sempliciotti; la categoria biblica è quella degli anawim di Dio (i poveri di Dio), quelli cioè che si affidano unicamente a lui come sostegno per la propria vita terrena. Sono coloro che si fanno vuoti per trovare in Dio la propria pienezza. Il povero per eccellenza è Gesù, e i poveri sono i privilegiati nel suo annuncio.

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La famiglia nella Chiesa

famigliasinodo

La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo” è il titolo del prossimo sinodo dei vescovi che si terrà dal 4 al 25 ottobre 2015.
Come è noto, papa Francesco attribuisce alla famiglia una grande importanza; non è poi un segreto che la famiglia occupi il primo posto nell’interesse di buona parte dell’umanità. Per questi motivi la preparazione del Sinodo, iniziata nell’ottobre 2014, è stata complessa e articolata. La relazione finale del Sinodo del 2014 e le successive integrazioni giunte dalle Conferenze Episcopali e dalle Chiese di tutto il mondo, hanno composto uno Strumento di lavoro che sarà la base di avvio dei lavori del prossimo Sinodo; questo strumento si compone di tre sezione che qui si vuole sintetizzare.

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Essere credenti è essere missionari

missioDal messaggio di Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale La missione non è proselitismo o mera strategia; la missione fa parte della “grammatica” della fede, è qualcosa di imprescindibile per chi si pone in ascolto della voce dello Spirito che sussurra “vieni” e “vai”. Chi segue Cristo non può che diventare missionario, e sa che Gesù «cammina con lui, parla con lui, respira con lui. Sente Gesù vivo insieme con lui nel mezzo dell’impegno missionario» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 266).

La missione è passione per Gesù Cristo e nello stesso tempo è passione per la gente. Quando sostiamo in preghiera davanti a Gesù crocifisso, riconosciamo la grandezza del suo amore che ci dà dignità e ci sostiene; e nello stesso momento percepiamo che quell’amore che parte dal suo cuore trafitto si estende a tutto il popolo di Dio e all’umanità intera; e proprio così sentiamo anche che lui vuole servirsi di noi per arrivare sempre più vicino al suo popolo amato (cfr ibid., 268) e a tutti coloro che lo cercano con cuore sincero. Nel comando di Gesù: “andate” sono presenti gli scenari e le sfide sempre nuovi della missione evangelizzatrice della Chiesa. In essa tutti sono chiamati ad annunciare il Vangelo con la testimonianza della vita[…].

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Se non ho bisogno di niente

senonhobisnienteLa vita insegna ad accontentarsi; spesso, però, ci si accontenta abbassando il livello dei valori importanti per poi trovare dei surrogati compensativi in cose frivole.

Andiamo subito alla questione: ci stiamo accontentando di Dio. Siamo come anestetizzati: a cosa dovrebbe servirmi Dio? Appunto, a cosa? Che desiderio ho di lui? Una persona non serve proprio a niente, nel senso che esiste ed è una presenza nella mia vita che l’arricchisce rendendola più bella e più significativa. Ma io non avverto il desidero di Dio e non capisco perché: perché dovrei pregarlo, perché dovrei donare la mia vita per lui, perché dovrei lodarlo nella messa, perché dovrei chiedere perdono nella confessione...; io non ne avverto il bisogno.

Ci siamo come accontentati di quello che abbiamo e forse senza accorgercene viviamo come se Dio non esistesse. Il grande comandamento invita: «Amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le forze» (Dt 6,5; cfr Mt 22,37). Ma io amo il Signore con tutto me stesso? Il ricordo di lui accende la mia vita, scalda il mio cuore, orienta le mie decisioni? Mi fa problema, cioè mi dispiace, sentire che posso essere apatico nei confronti di Dio e non avvertirlo come Qualcuno d’indispensabile, come Qualcuno senza il quale non posso vivere.

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Don Lorenzo Voltolin
Tel. 049.685508
Cell. 340.7223749  -  339.6007243
E-mail:voltabrusegana@diocesipadova.it

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Festive
Sabato ore 18.30 (a Mandria) 
Domenica ore 8.30 e
11.00
Domenica ore 8.00 e 10.00 (a Mandria), 10.30 e 17.00 (all'OIC) 

Feriali
Lunedì e venerdì ore 18.30
Martedì, mercoledì e giovedì ore 18.30 (a Mandria)

Rosario
Lunedì e venerdì ore 18.00 in chiesa
Martedì, mercoledì, giovedì e sabato 18.00 (chiesa di Mandria)

Lodi mattutine
Lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 8.00 (a Mandria)

Adorazione eucaristica continua
Venerdì dalle ore 16.00 alle ore 24.00 (Chiesa Mater Dei - O.I.C.)

 

Per inviare i vostri articoli, i vostri filmati, le vostre riflessioni, segnalare eventuali problemi o appuntamenti e programmazioni varie relative alle attività dei vari gruppi parrocchiali potete utilizzare il seguente indirizzo e-mail:

redazione@voltabrusegana.it

A seconda del materiale proposto e degli spazi disponibili, i contenuti saranno pubblicati, oltre che nel sito, anche nel bollettino parrocchiale settimanale.

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