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Quel profumo del mese di maggio

ProfumoMaggioRicordo che quando ero bambino le sere del mese di maggio aspettavo con impazienza il suono della campana che giungeva dalla chie-setta situata vicino al negozio di papà e mamma. Una signora dai grigi capelli sia adoperava per tirarne la corda affinché il suono docile si diffondesse per l’intera via.

I primi ad uscire dalle case eravamo noi bambini: chi a piedi, in ciabattine e pantaloncini corti, chi a cavallo della bicicletta, si correva tutti per arrivare presto alla chiesa posta al termine della strada; a seguire era il turno dei nonni e infine delle mamme, che arrivavano dopo aver sistemato la cucina.

Il posto di noi bambini era addossati all’altare della piccola cappella, in ginocchio o seduti sul primo gradino che faceva salire vero la statua della Mamma. Eravamo così vicini a lei che sembrava ci toccasse, ci accarezzasse; era così bella e dolce, con il manto azzurro e gli occhi delicati, che sembrava quasi parlare, e in effetti aveva sempre qualcosa da dire, qualche sentimento buono da comunicare. Noi bambini recitavamo la prima parte dell’«Ave Maria», gli altri rispondevano con la seconda.

Crescendo ho lasciato questa buona abitudine, pensando ingenuamente che fosse una cosa “da piccoli”, eppure prima di addormentarmi, anche nei periodo più scuri della vita, la mia preghiera e il mio ultimo pensiero erano sempre per Maria. Una certa nostalgia di lei, come se mi fossi allontanato dalla mamma, mi rimaneva comunque nel cuore, ma era più facile soffocare questi pensieri piuttosto che prenderli sul serio.

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La pienezza della Pasqua

PienPasqua1Da piccolo mi chiedevo che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Da grande prima e da sacerdote poi, mi sono accorto che anche i discepoli si ponevano la medesima domanda (cf. Vangelo secondo Marco 10,10).

In classe durante le ore di religione, oppure con i ragazzi nelle attività in parrocchia, non è raro che qualche bambino ponga ancora la medesima domanda e, in queste circostanze, sono chiamato a dare una risposta.

La risurrezione è il centro della nostra fede: io stesso ho scommesso la mia vita, il "capitale" più grande, sulla persona di Gesù, la quale giustifica la sua pretesa di essere Figlio di Dio e portatore di verità e salvezza, sul fatto che Egli sia risorto.

Da un lato ci sono le testimonianze che ci giungono dalla Chiesa, quelle per così dire "ufficiali": la rivelazione e i Vangeli, la vita della Chiesa; ci sono poi dei testimoni che mi hanno affascinato per la loro vita, per le scelte coraggiose, per le intuizioni e lo stile delle loro esistenze: i sacerdoti che mi hanno cresciuto e che ho incontrato nel corso degli anni, i miei catechisti, i genitori, gli amici che con me hanno camminato nella vita della parrocchia, i compagni e gli educatori del seminario, i fratelli che ho incontrato nelle varie parrocchie. Posso dire di avere avuto delle "prove" (nel vangelo si chiamano "segni") della presenza di Dio.

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Il tempo eterno

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Ki le'olam hesed, "il suo amore è per sempre" (dal Salmo 136). Si tratta di un amore eterno, il quale non solo supera il tempo, ma è di ogni tempo e oltre esso.

L’eternità, cos’è? È un tempo che non è tempo. Il tempo qui sulla terra o non passa mai (nei momenti di agonia è sempre lento) oppure è così veloce da doverlo rincorre. Il tempo, però, è anche una qualità della vita: un tempo buono, un tempo propizio, un tempo opportuno.
Il tempo eterno è quello dell’amore. Gesù dalla croce alla risurrezione, in quella notte, sfonda il muro del tempo: si spinge da questo tempo, quello buio della morte e della tomba, all’eterno amore di Dio fino alla luce della risurrezione.

Sembra un sogno se ci pensiamo: poter uscire dagli angusti spazi bui della vita, dalla lacrime, dalla pesantezza e dal freddo di talune situazioni che ingabbiano…; Gesù "sfonda" questo tempo e, mentre lo fa, avvertiamo come alzarsi il nostro sguardo per guardare oltre, rapiti dalla luce dell’eterno: ki le'olam hesed, Dio il tuo amore non può che essere per sempre. Un amore forte che neppure le grandi acque potranno mai spegnere (cf. Cantico dei Cantici 8,7).

Questa è la qualità di vita e la qualità dell’amore che meritiamo noi uomini, e che desideriamo; non saremo soddisfatti finché non l’avremmo conquistata. Pasqua è uno spiraglio, un’apertura oltre il tempo, verso l’eterno amore.

Il ricordo di questi giorni, l’augurio, la preghiera: che tutti noi possiamo sentire almeno un po’ di questo bene, almeno un po’ di eterno amore.

Buona Pasqua alla comunità tutta.

Don Lorenzo

Che Sarà di Noi ?

chesaranoiDio entra silenziosamente ma decisamente nella storia di noi uomini: si fa sentire e si rende presente, inizia ad agire.

In questa domenica si ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme: accogliamo l’invito a seguirlo nel suo viaggio verso il Padre; lo proclameremo
come il Figlio benedetto di Dio, ma dove inizia il riconoscimento comincia anche un cammino doloroso, quello della passione.

Sentimenti contrastanti in così pochi giorni: gioia e sofferenza.

Sono proprio gli stessi contrasti di colori che segnano anche le nostre esistenze: per questo Gesù è sempre così simile e vicino a noi.

Gesù c’invita a seguirlo: dove sono io, là sarà anche il mio servo; è un invito a percorrere anche la via della croce. Sarebbe difficile pensare di essere cristiani senza attraversare quello che il Maestro ha vissuto. Quella di Gesù è stata una consegna volontaria e impregnata d’amore, un’offerta della vita per il bene altrui, il nostro bene.

Gesù non usa il suo “potere”, tantomeno la violenza, invece, lascia che altri mettano le mani su di lui.

La vita di Gesù si mostra come un continuo svuotarsi di sé per arricchire l’altro, perfino i nemici. Nella sera del Giovedì Santo si fa
memoria della sua consegna, tutte le sue parole e tutti i suoi gesti mostrano una vita offerta: Gesù servo del Signore dà la sua vita per molti ottenendo il perdono dei peccati. Quando noi celebriamo e ci nutriamo del Corpo del Signore siamo invitati a fare nostri il suo agire, i suoi sentimenti, a viverli e a testimoniarli ai fratelli.

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DonLorenzo

Don Lorenzo Voltolin
Tel. 049.685508
Cell. 340.7223749  -  339.6007243
E-mail:voltabrusegana@diocesipadova.it

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Festive
Sabato ore 18.30 (a Mandria) 
Domenica ore 8.30 e
11.00
Domenica ore 8.00 e 10.00 (a Mandria), 10.30 e 17.00 (all'OIC) 

Feriali
Lunedì e venerdì ore 18.30
Martedì, mercoledì e giovedì ore 18.30 (a Mandria)

Rosario
Lunedì e venerdì ore 18.00 in chiesa
Martedì, mercoledì, giovedì e sabato 18.00 (chiesa di Mandria)

Lodi mattutine
Lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 8.00 (a Mandria)

Adorazione eucaristica continua
Venerdì dalle ore 16.00 alle ore 24.00 (Chiesa Mater Dei - O.I.C.)

 

Per inviare i vostri articoli, i vostri filmati, le vostre riflessioni, segnalare eventuali problemi o appuntamenti e programmazioni varie relative alle attività dei vari gruppi parrocchiali potete utilizzare il seguente indirizzo e-mail:

redazione@voltabrusegana.it

A seconda del materiale proposto e degli spazi disponibili, i contenuti saranno pubblicati, oltre che nel sito, anche nel bollettino parrocchiale settimanale.

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